3° giorno mercoledì 19 marzo - GUARDIAGRELE, VILLA SANTA MARIA, ROCCASCALEGNA, CASOLI, - Km. 150
Chieti, prima colazione cena e pernottamento in albergo. Pranzo in ristorante.
Prima sosta a Guardiagrele, borgo detto la porta della Maiella (motive intuibile). La “Montagna madre d’Abruzzo” incombe.
Questo piccolo paese è oggi noto per la sua produzione artigianale e per la lavorazione dei metalli e non è un caso che proprio qui si iniziò a produrre per la prima volta la Presentosa, ossia il gioiello tipico dell’Abruzzo indossato dalle donne in occasioni importanti come feste o banchetti. La storia di questo borgo parla di una nascita in epoca medioevale, all’incirca nell’undicesimo secolo da parte dei Normanni. Questi infatti decisero di fondare Guardiagrele come l’unione di due diversi villaggi ossia Guardia e Graeli. Alcuni secoli dopo, più precisamente intorno al quattordicesimo secolo, l’arte gotica conobbe il suo più grande splendore soprattutto grazie al lavoro di Nicola da Guardiagrele. Ciò che rende questo uno dei borghi più belli d’Italia è senza dubbio il centro storico che accoglie chiese, monumenti e strutture di varie epoche.
Il borgo è impreziosito poi una serie di torri e palazzi. Poi ci dirigiamo Riserva Naturale Regionale Cascate del Rio Verde. Pochi lo sanno, ma le cascate naturali più alte d’Italia si “nascondono” in una delle zone più incontaminate e selvagge della Regione Abruzzo. Proprio qui, all’interno di questo parco. Situate nel bel mezzo di un canyon roccioso le cascate del Verde formano, con un dislivello di circa 400 metri, tre salti consecutivi realizzando così un salto effettivo di oltre 200 metri: uno spettacolo della natura che si può ammirare nella loro forma e nella loro bellezza durante tutto l’arco dell’anno; la portata dell’acqua varia a seconda delle stagioni e a seconda degli anni, se più piovosi o più secchi. Indi la vicina Villa Santa Maria è un piccolo borgo immerso in un paesaggio collinare di grande bellezza, con vedute spettacolari sulla Majella e sulla campagna circostante. Pranzo in ristorante. E’ considerato la “patria dei cuochi” perché qui, tra le case arrampicate su uno sperone di roccia, sono nati cucinieri illustri, autori di banchetti memorabili presso tutte le corti europee. La tradizione nacque nel XVI quando molti castelli del Medio Sangro erano dominati da un’antica famiglia napoletana, i Caracciolo di Pisquizi, che diede anche un Santo alla Chiesa e un patrono, protettore dei cuochi, San Francesco, nato a Villa Santa Maria nel 1563. Fu un rappresentante di questa famiglia a portarsi con sé fino a Napoli un cuoco villese, che dette un’ottima prova della sua arte culinaria. Altri chef locali furono allora chiamati a dirigere “le danze” gastronomiche di altre famiglie patrizie, con un’emigrazione che seguì nei secoli successivi, coinvolgendo anche i paesi vicini, grazie anche alla Scuola alberghiera di Villa Santa Maria, che ebbe inizio nel XVI secolo all'interno del Castello della famiglia Caracciolo, e all’attuale Istituto Alberghiero, ancora punto di riferimento per la formazione di nuovi professionisti della cucina internazionale. Questa tradizione, e numerosi altri gustosi racconti, si possono conoscere visitando il singolare Museo del Cuoco, ospitato a Palazzo Caracciolo: una realtà più unica che rara, che offre una raccolta di testimonianze storiche dell’attività dei grandi cuochi di Villa Santa Maria, con una ricca documentazione cartacea e fotografica sul lavoro da loro svolto nei più grandi alberghi del mondo e nelle case di nobili e titolati, e con una serie di oggetti dagli stessi utilizzati.
Segue Roccascalegna, un incantevole borgo situato nell’entroterra abruzzese che è famoso per il suo castello costruito su uno sperone roccioso che domina dall’alto il territorio circostante. La città sembra essere nata attorno al XII secolo come avamposto longobardo per il controllo della Valle del Rio Secco. Sull’origine del nome della città ci sono diverse ipotesi. Secondo alcuni Roccascalegna deriverebbe “Rocca con la scala di legno”, mentre secondo altri la “scalegna” indicava un tempo il dirupo sul quale era stata costruita la rocca. Il centro storico di Roccascalegna sorge ai piedi dello sperone roccioso che ospita il castello, gioiello leggendario del medioevo. Camminando per le vie del paese si incontrano alcune chiesette di fascino, ed alcuni belvedere che regalano una vista mozzafiato nel territorio circostante e piccole chiese.
Tempo permettendo, sulla via del rientro a Chieti, ultima sosta di giornata a Casoli, uno dei borghi chietini più noti e conosciuti, formato da un gruppo di case arroccate su un colle da cui lo sguardo si perde tra il massiccio della Maiella e il bacino artificiale del lago Sant’Angelo, per la visita – se avremo la fortuna che in quei giorni sia aperto - al Castello Ducale dove, alla fine dell’Ottocento, si ritrovavano i grandi esponenti della vita culturale e politica dell’epoca. Da Edoardo Scarfoglio, fondatore del Mattino di Napoli, alla scrittrice Matilde Serao; dai musicisti Francesco Tosti ed Ettore Montanaro a Guglielmo Maroni, al pittore Francesco Paolo Michetti e, dulcis in fundo, a Gabriele D’Annunzio. A lui Pasquale Masciantonio riservò una stanza in cui appuntare, sul muro, pensieri ed emozioni più intimi.
Oggi è una residenza signorile proprietà del comune e dichiarato Monumento Nazionale.
Famose sono anche le olive di Casoli.