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AMOROMA - l’Egitto a Roma

DURATA
1 Giorno
PREZZO DA
1.720 €
CONDIZIONI DI VIAGGIO
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AMOROMA - l’Egitto a Roma (inclusa mostra: “Tesori dei Faraoni” alle Scuderie del Quirinale). Piccole cose, grandi bellezze

 

VIAGGIO IN TRENO DA BOLOGNA

 

Viaggio di gruppo con accompagnatore + accompagnatore storico dell’arte - minimo 10 partecipanti

 

Data di partenza: dal 28 Gennaio all’1 Febbraio 2026

1° giorno- 28 gennaio mercoledì PICCOLE COSE, GRANDE BELLEZZA

Ore 7,40  Ritrovo a Bologna Stazione Centrale. Treno Freccia Rossa  Bologna/Roma  ore 8,07/10,11Ore 10,15 incontro con chi è arrivato a Roma autonomamente.

Mentre un minibus porta autonomamente i bagagli in albergo, trasferimento dei viaggiatori in minibus alla Cappella della Madonna dell'Archetto (il cui nome ufficiale è chiesa di Santa Maria Causa Nostrae Laetitiae) costruita nel XIX secolo per ospitare un'antica imagine della Madonna che si venerava sotto un angusto arco di passaggio presso palazzo Savorelli Muti Papazzurri, un tempo palazzo Balestra. La cappella è una rara gemma d'architettura neorinascimentale, ricca di marmi preziosi e di metalli, opera dell'architetto Virginio Vespignani; essa contiene pitture di Costantino Brumidi, lo stesso che poi affrescherà la cupola del Campidoglio di Washington; sull'altare è posta l'immagine della Madonna causa nostrae letitiae.

Poi quattro passi per giungere alla “incredibile” Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola. Perché incredibile? Perché contiene una delle illusioni ottiche degne di un grande prestigiatore. In questo caso il “prestigiatore” è Andrea Pozzo, maestro del trompe-l’oeil (letteralmente: inganna l’occhio). Spettacolare l’affresco sul soffitto “Gloria di Sant’Ignazio” che “sembra” alto il doppio di quanto in realtà sia. Ancora: la cupola “finta” che, proprio grazie ai giochi dei chiaroscuri e delle colonne fittizie, sembra una vera e propria cupola.

Ancora 300 mt a piedi e si giunge in albergo. Assegnazione delle camere e tempo a disposizione per il pranzo libero. 

Il pomeriggio si inizia dal soffitto dell’Arco dei Banchi che si trova in una traversa si Via del Banco di S.Spirito da cui si ha una visuale perfetta di Castel Sant’Angelo. Lo splendido cielo stellato del soffitto sotto questo passaggio convive con una pietra sulla quale è visibile una iscrizione che ricorda la piena del Tevere del 1277, r con un quadro ad olio, raffigurante la Madonna.

Poi il Museo Napoleonico (a torto, museo non molto conosciuto e frequentato) occupa il piano terra del Palazzo Primoli. Nel 1927, Giuseppe Primoli, figlio del conte Pietro Primoli e della principessa Carlotta Bonaparte, donò alla città di Roma la sua raccolta di opere d'arte, cimeli napoleonici, memorie familiari, insieme agli ambienti al pianterreno del suo palazzo che ancora oggi la contengono. La collezione nacque non tanto dal desiderio di offrire una testimonianza della grandezza imperiale della famiglia Bonaparte, quanto dalla volontà di raccontarne la storia secondo un'ottica privata, e di documentarne gli intensi rapporti che la legarono a Roma.

Le raccolte del museo presentano tre momenti ben distinti: il periodo napoleonico vero e proprio, testimoniato da grandi tele e busti dei maggiori artisti dell'epoca, che ritraggono in pose auliche e convenzionali numerosi esponenti della famiglia imperiale; il cosiddetto periodo "romano", dalla caduta di Napoleone all'ascesa di Napoleone III; il periodo del secondo impero, con opere riferibili a quel periodo della storia francese dominato dalla figura di Napoleone III.

La storia di Napoleone si lega a doppio filo anche con il tema “Egitto”, con la Campagna d’Egitto che egli guidò fra il 1798 ed il 1901. Al di là degli obiettivi e dei risultati militari e politici della Campagna, di grande rilievo fu il lavoro della spedizione scientifica aggregata alla forza francese di invasione, composta da  un grande gruppo costituito da oltre 160 studiosi e scienziati di varie materie.  Il lavoro dei membri della Commissione produsse un'opera monumentale - una vera e propria enciclopedia - intitolata Description de l'Égypte. Per richiamarne l’importanza è sufficiente citare che si deve a questo gruppo il ritrovamento della Stele di Rosetta, poi decisiva per l’interpretazione della scrittura egizia. Probabilmente anche i risultati di questa missione hanno contribuito all’esplosione della Egittomania nella Europa occidentale colpita dal fascino della sgtoria e della cultura dell’Antico Egitto.

Termina così la prima intensa giornata romana. Rientro libero in albergo, cena in ristorante, pernottamento.

(Mattino spostamento in minibus, pomeriggio a piedi)

2° giorno - 29 gennaio giovedì L’EGITTO A ROMA

Roma, prima colazione e pernottamento in albergo. Pranzo libero e cena in ristorante.

Si inizia con la salita in minibus alle Scuderie del Quirinale per la visita alla mostra

Il pomeriggio visita all’ Iseum - Tempio di Iside e Serapide in Campo Marzio. Il grande progetto di restituzione   e recupero dei resti dell’Arco di Camigliano da parte dell’Archeologo e raffinato mecenate Enrico Ducrot.

L’arco d’ingresso est del tempio, detto Arco di Camigliano, è stato rinvenuto nel 1969 nei negozi del palazzo ad angolo tra via S. Ignazio e via Piè di Marmo (civico 24) conservati dalle cantine fino al primo piano, in opera quadrata di travertino.

Il primo documento antico che riguarda questo arco monumentale è l’Arcus ad Isis scolpito nel rilievo che decorava il mausoleo della famiglia degli Haterii, in via Labicana (via Casilina) a Roma. Quinto Aterio Thychicus era un appaltatore che sotto Domiziano intraprese tra le opere più importanti a Roma, fra cui il Colosseo. Essi erano tra i principali costruttori della Roma imperiale sotto la dinastia Flavia.

Vi sono molti documenti del passato che testimoniano l’esistenza di quest’arco monumentale dopo la fine dell’Impero. Sappiamo che il nome della piazza, oggi del Collegio Romano, si chiamava Campo Camigliano in epoca medioevale fino al rifacimento dell’area per mano dei gesuiti alla fine del XVI secolo (1584).

L’arco Camigliano è ben presente in molte carte stradali del XVI secolo, come quelle di Nicolaus Beatrizet, del Tempesta, ecc. dove via del Piè di Marmo viene chiamata “strada sotto l’arco di Camigliano”.

A seguire, passeggiata in Campo Marzio alla scoperta di tanti piccoli e grandi indizi della presenza dell’Iseo Campense trale meraviglie della Roma Barocca

(Giornata a piedi)

3° giorno- 30 gennaio venerdì L’EGITTO A ROMA

Roma, prima colazione e pernottamento in albergo. Pranzo libero e cena in ristorante. Il mattino dedicato alla visita di Palazzo Altemps, ed in particolare allla Raccolta Egizia.

Il Museo di Palazzo Altemps ospita capolavori assoluti di scultura antica appartenenti a collezioni nobiliari famose e di grande pregio pervenute in proprietà statale. L’allestimento punta a integrare – in una combinazione armonica – i marmi nel contesto decorativo delle sale, avendo in mente e riproponendo soluzioni adottate nella sistemazione delle raccolte antiquarie. Il percorso di visita, su due piani, svela una successione di sale decorate, un intrico di scale e corridoi che conducono di scoperta in scoperta. Alle statue e ai rilievi delle collezioni Altemps, Boncompagni Ludovisi, Mattei, Del Drago, alle sculture Jandolo, Veneziani, Brancaccio, alla raccolta egizia, ai celebri affreschi Pallavicini Rospigliosi, alle opere provenienti da rinvenimenti eccezionali e recuperate dal mercato antiquario, si affianca l’innumerabile raccolta archeologica di Evan Gorga, eccentrico collezionista d’inizio Novecento. Con un interessante cambio di passo, si trascorre tra le raccolte cinquecentesche e seicentesche per ritrovarsi tra i materiali minuti che testimoniano del collezionismo di archeologia dell’epoca moderna.

La Raccolta Egizia comprende opere legate all’Egitto e al mondo orientale, la maggior parte delle quali proviene dagli scavi di importanti contesti archeologici di Roma, come il santuario di Iside e Serapide nel Campo Marzio e il cosiddetto “santuario siriaco” del Gianicolo. Altri reperti provengono dal Museo Kircheriano, ospitato un tempo nei locali del Collegio Romano, e dalle collezioni private delle famiglie Brancaccio e Sciarra. La raccolta documenta la fortuna dell’artigianato artistico egizio a Roma, dapprima importato (a partire dalla conquista romana dell’Egitto nel 30 a.C.) e in seguito prodotto secondo una vera e propria moda “in stile egittizzante” e destinato a decorare edifici sacri,

Il pomeriggio passeggiata sulle orme dell’Imperatore Augusto che inizialmente aveva vietato i culti egizi a Roma, ma dopo la sua conquista dell’Egitto all’indomani della battaglia di Azio nel 31 a.C non potrà frenare la grande influenza culturale egizia nell’arte e nella vita di tutti i giorni. Piazza Augusto Imperatore con il Mausoleo di Augusto (esterno); Ara Pacis (esterno); l’orologio solare di San Lorenzo in Lucina; la passeggiata terminerà con la visita esterna ed interna del Pantheon. “Il più bel resto dell’antichità romana. Un tempio che ha così poco sofferto che ci appare come dovettero vederlo alla loro epoca i Romani”, così lo descrisse lo scrittore francese Stendhal nell’Ottocento. Fonte di ispirazione dei più grandi architetti di ogni epoca e da sempre ammirato per la sua bellezza, l’armonia delle lineee il calcolo perfetto delle geometriedelle masse, è uno degli esempi meglio conservati dell’architettura monumentale romana. La sua storia inizia nel 27 a.C., quando Marco Vipsanio Agrippa, genero, amico e collaboratore di Augusto, fece costruire un primo tempio in quest’area dedicato a “tutti gli dei”. La forma attuale si deve però ad Adriano che lo fece riedificare tra il 118 ed il 125 d.C., ampliandolo, rovesciandone l’orientamento e aprendo davanti al nuovo tempio una grande piazza porticata. 

(Giornata a piedi)

4° giorno 31 gennaio sabato PICCOLE COSE, GRANDE BELLEZZA

Roma, prima colazione e pernottamento in albergo. Pranzo in ristorante e cena libera. Il mattino con minibus a disposizione per la visita di:

 

SANTA PASSERA ALLA MAGLIANA

La chiesetta di Santa Passera si trova nel quartiere della Magliana, affacciata direttamente sul fiume Tevere, in una zona alquanto deturpata da costruzioni abusive e da palazzi popolari, ma per la sua singolarità e bellezza meriterebbe una ben maggiore considerazione.

E’ un angolo insospettabile di Roma, tra il Tevere e Via della Magliana, che offre tutto il fascino di un'epoca passata. Con i suoi affreschi e la sua cripta è un vero gioiello del Medioevo romano: il ciclo di affreschi medievali da solo merita la visita.

 

CIMITERO ACATTOLICO

Ci sono molti motivi per visitare il Cimitero Acattolico per gli Stranieri di Roma, cimitero attivo fin dal 1716. Il suo giardino storico ospita oltre 6000 sepolture che rappresentano più di cinquanta denominazioni religiose di quasi sessanta paesi. Qui riposano molti artisti e intellettuali, ma ogni tomba ha storie importanti da raccontare.

Prima di essere sepolto qui, vicino all’amico John Keats, il poeta Percy Bysshe Shelley scrisse: “Potrebbe far innamorare qualcuno della morte, pensare di essere seppelliti in un posto così dolce”. Aperto fra Settecento e Ottocento all’ombra della Piramide Cestia, nel quartiere Testaccio, ilCimitero Acattolicodà spazio a chi, per motivi religiosi o politici, non desidera lasepoltura cattolica, compresi gli atei comeAntonio Gramsci oAndrea Camilleri. La statua dell’Angelo del dolore è la più fotografata: realizzata dallo scultore statunitense William Wetmore Story alla morte della moglie, è la rappresentazione della sofferenza.

Qui non va dimenticata la La Piramide Cestia (o Piramide di Gaio Cestio), sepolcro romano a forma di piramide di stile egizio costruita a Roma tra il 18 e il 12 a.C. La presenza di un monumento funebre in forma di piramide a Roma si deve probabilmente al fatto che l'Egitto era divenuto provincia romana alcuni anni prima, nel 30 a.C., e la cultura sontuosa di questa nuova provincia stava venendo di moda anche a Roma. Ed anche l’edilizia funeraria romana cominciò a ispirarsi ai modelli egiziani. E’ l’unica superstite di una serie di tombe costruite “alla moda egizia” di quel periodo.

 

EUR - GIARDINO DELLE CASCATE

Realizzato nel 1961 su disegno del grande architetto Raffaele De Vico, l’incantevole Giardino delle Cascate rappresenta uno splendido esempio di moderno giardino di paesaggio e un vero gioiello tra i parchi della Capitale.

Nel cuore dell'EUR, 42.000 mq circa di aree verdi, cascate, fontane e vasche creano un’armoniosa e articolata combinazione, impreziosita dascogliere, pietre naturali, salti, getti d’acqua e piante di diversa specie. Di ispirazione tradizionale italiana, il giardino è caratterizzato da una composizione classica, e da due sezioni –una superiore, con due promenade a tornanti, e una inferiore, con due cascate e un sistema di canaletti laterali affiancati da due rotonde di cipressi.

Le scenografiche cascate svolgono, inoltre, una duplice funzione tecnica, contribuendo all’ossigenazione delle acque del lago con i loro movimenti d’acqua e rappresentando un elemento integrante del sistema idroelettrico di cui fanno anche parte la centrale di sollevamento di viale Oceania e il serbatoio idrico principale meglio noto come “il Fungo”.

Usato saltuariamente nel corso degli anni come set cinematografico, nel 2017 il giardino è stato riaperto al pubblico dopo il restauro del ponte Hashi, il collegamento pedonale dalla pavimentazione vetrata che, passando sulla cascata centrale, unisce le diverse sponde, rendendo il giardino, il lago artificiale e le passeggiate un suggestivo insieme paesaggistico e architettonico. Qualcuno sostiene che sia un giardino moderno italiano fra i più interessanti – forse il più interessante – del Novecento. Rientro in albergo a metà pomeriggio con un po’ di tempo libero.

(Spostamenti in minibus)

La sera:

PASSETTO DI BORGO: LA VIA DI FUGA DEI PAPI

Ingresso accompagnato silente notturno al Passetto e una suggestiva passeggiata all’Interno di Castel Sant’Angelo tra Bastioni, Sala delle Urne, la rampa elicoidale e il dromos, Il Passetto di Borgo di Castel Sant’Angelo, anche chiamato Corridoio di Borgo, è il passaggio protetto che collega il Bastione San Marco di Castel Sant’Angelo al Palazzo ApostolicoVaticano. Più semplicemente, rappresenta il passaggio tra Vaticano e Castel Sant’Angelo. 

Un corridoio sopraelevato di ottocento metri che rappresenta il più lungo tratto rimasto delle antiche Mura Leonine, fatte erigere da papa Leone IV verso la metà del IX secolo con lo scopo di difendere la Civitas Leonina – cittadella che da lui prende il nome – dal pericolo delle invasioni saracene.

(Andata in minibus, ritorno libero)

5° giorno 1 febbraio domenica PICCOLE COSE, GRANDE BELLEZZA

Roma, prima colazione in albergo e pranzo libero.

Mattinata a piedi da un gioiello all’altro:

ARCO DEGLI ACETARI, IL BORGO MEDIEVALE IN PIENO CENTRO

Il centro di Roma è sempre molto trafficato ed a volte si ha l’impressione di essere travolti dalla folla di turisti; ma non in questo angolo nascosto dove regna la pace e la calma di un borgo medievale, dove il tempo sembra esseesi fermato. Il fascino del luogo deriva dal fatto che nella piazza delimitata dall’arco sembra che il tempo si sia fermato e questo probabilmente anche grazie al fatto che l’area non è direttamente accessibile su strada. Bisogna infatti superare il civico 19 di via del Pellegrino ed addentrarsi tra i palazzi per scoprire l’atmosfera incantata che questo cortile è in grado di offrire: le scalette esterne tipiche delle case medievali, i caldi intonaci ocra e la natura che si fonde perfettamente all’architettura contribuiscono a rendere questo posto ancor più particolare.Il termine ‘Acetari’ non è stato ben attestato;  si pensa  che derivi da Acquacetosari’, detti poi ‘Acetosari’ cioè i venditori di Acqua Acetosa che presumibilmente veniva distribuita all’adiacente mercato di Campo de’ Fiori. La componente acetosa appunto di quest’acqua era considerata curativa così come viene riportato nella fontana voluta da Papa Paolo V Borghese, nei pressi della fonte a Tor di Quinto, in cui è presente una lapide con l’iscrizione: RENIBVS ET STOMACHO SPLENI IECORIQVE MEDETVR MILLE MALIS PRODEST ISTA SALVBRIS AQVA (Quest’acqua salubre cura i reni, lo stomaco, la milza, il fegato e giova ad altri mille mali). Anche Alessandro VII Chigi apprezzò particolarmente quest’acqua tanto che gli dedicò una monumentale esedra in travertino, recante lo stemma dei Chigi con le sei cime e la stella, fatta costruire su progetto di Andrea Scacchi e Maracantonio De Rossi in cui qualcuno ha visto (erroneamente) la mano del Bernini.

 

PASSETTO DEL BISCIONE

E’ un passaggio coperto che oggi collega Via di Grottapinta con Piazza del Biscione,  ma in età romana collegava la cavea del Teatro di Pompeo con l’esterno. Il Passetto è detto del Biscione, come la limitrofa Piazza, per l’anguilla rappresentata nello stemma Orsini, famiglia proprietaria dell’adiacente Palazzo Orsini Pio Righetti, ma è conosciuto anche come Arco di Grottapinta, dall’antico uso di denominare grotta qualsiasi anfratto scuro e dagli affreschi che ne ricoprono il soffitto e le pareti con putti, colonne e festoni.

Restaurato di recente grazie al Centro studi Cappella Orsini, il Passetto è ritornato all’antico splendore e se ne possono ammirare gli affreschi.

Ma il motivo per cui questo posto dovrebbe essere ancora più celebre sapete qual è? Avete mai sentito dire a noi romani “Nun t’annà a cercà Maria pe’ Roma” o anche “Questo va cercanno Maria pe’ Roma“? E’ UN  modo di dire per esprimere il concetto che si va alla ricerca di qualcosa di impossibile, di inutile…e tutto deriva dall’edicola della Madonna che si trova proprio in questo passaggio, talmente nascosta da non riuscire a trovarla!

 

CHIOSTRO DEL CONVENTO DI SANTA MARIA SOPRA MINERVA

Nei pressi del Pantheon, più precisamente attaccato alla Basilica di Santa Maria sopra Minerva, si trova questo chiostro spettacolare, voluto probabilmente dai frati dell’Ordine dei predicatori.

Tra il 1559 e il 1569 il Generale dell'Ordine Domenicano Vincenzo Giustiniani incaricò Guidetto Guidetti di progettare e dirigere la riedificazione del chiostro duecentesco.Il chiostro perse la sua decorazione quattrocentesca, che il Cardinale Giovanni Torquemada volle far dipingere probabilmente con scene bibliche tratte delle sue "Meditationes", e venne sostituita dai Misteri del Rosario e da Scene della vita di San Tommaso d'Aquino, di stile manieristico-barocco.Francesco Nappi, Giovanni Battista Ruggeri, Cesare Torelli, Giovanni Valesio, Giuseppe Puglia e altri artisti ignoti realizzarono gli affreschi delle arcate del chiostro, su commissione del vescovo Andrea Fernandez de Cordoba nei primi anni del Seicento.

Un po’ di tempo a disposizione per il pranzo libero.

Alle ore 15,30 ritrovo  in albergo per il trasferimento alla Stazione Termini. Prima di giungervi però ultima visita di questa nostra particolare incursione nella Città Eterna

 

 

Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini:

IL MUSEO, LA CRIPTA , LE OPERE D’ARTE

Il Museo è stato istituito con l’obiettivo di evidenziare la spiritualità dell'Ordine dei Cappuccini, diventando un punto di riferimento per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico dei Cappuccini nel centro Italia. Le otto sale espositive, ricavate all'interno degli spazi conventuali, costituiscono un percorso articolato in altrettante sezioni che tracciano la storia del luogo e dell'Ordine, ponendo l'accento anche sulle figure di coloro che, abbracciando la vita religiosa, si sono distinti per la loro esemplarità e santità. Fra le opere esposte, una tela del Caravaggio dedicata al Santo. A conclusione del percorso museale, si entra in un ambiente di forte impatto emotivo e spirituale: la Cripta, un corridoio lungo 30 metri, suddiviso in cinque ambienti, in cui i resti di circa 3.700 defunti, per lo più frati cappuccini vissuti nel convento fra il XVI e il XIX secolo, furono usati per comporre motivi che rivestono le pareti. Tradizione vuole che la terra di questo cimitero sia terra santa trasportata qui dalla Palestina o addirittura da Gerusalemme. Infine la Chiesa, edificata a cura del Cardinale Antonio Barberini.
Suo fratello, il Papa Urbano VIII, ne benedisse la prima pietra il 4 ottobre, festa di San Francesco e vi celebrò la prima messa l'8 settembre 1630. Il disegno della chiesa è dell'architetto pontificio Michele da Bergamo. La Chiesa fu arricchita di importanti e numerose opere d'arte come il San Michele Arcangelo di Guido Reni (opera realizzata tra il 1635 e il 1636‚ che rappresenta un capolavoro barocco‚ simbolo di bellezza e virtù divina; ma che all’epoca fece tanto tanto discutere)  Il Gesù deriso di Gherardo Delle Notti, l'Estasi di San Francesco di Domenichino e altri ancora. Il pavimento è coperto di lapidi funerarie, la prima al centro vicino ai gradini dell’altare principale, è del Cardinale Antonio Barberini, fondatore della Chiesa e del Convento, che dettò le parole per la lapide della sua tomba: Hic iacet pulvis cinis et nihil (qui giace polvere, cenere e niente).

E con negli occhi la vista di questa opera eccellentissima del grande artista bolognese, si chiude il nostro viaggio e si prosegue per la  Stazione Termini. Freccia Rossa Termini/Bologna 18,20/20,23                                  

(Mattino a piedi, pomeriggio in minibus)

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